Catullo e altri - invettive e amicizie

C. Valerio Catullo, carme 29 Mamurra
C. Valerio Catullo, carme 38 Poche insignificanti amabili parole
C. Valerio Catullo, carme 52 Nonio e Vatinio
C. Valerio Catullo, carme 93 Cesare
M. Valerio Marziale, epigramma I.32 Non mi piaci, Sabidio
M. Valerio Marziale, epigramma V.66Pontiliano
Plauto - Fragmenta: Beotia Maledette le ore e chi le inventò



Catullo scrisse feroci invettive contro Cesare e alcuni suoi uomini, in particolare Mamurra, suo corrotto praefectus fabrum in Gallia e Britannia (comandante del genio militare), a cui dedica i carmi 29, 41, 43, 57, 94, 105, 114, 115. Nel periodo in cui scriveva Cesare era il comandante dell'esercito nella guerra in Gallia (58-50 a.C.) e nella guerra in Britannia (55-53 a.C.); Cesare divenne dittatore di Roma nel 49 a.C..
Catullo nasce nell'87 a.C. e muore nel 57 o più probabilmente nel 54 a.C.; la causa della sua morte non è nota; forse una malattia, forse fu una coltellata.
Altre invettive sono invece contro suoi nemici personali, quali Flavio (6), Egnazio (37, 39), Ameana (41, 43), Otone, Ero e Libone (54), Rufo (69, 71), Emilio (97).

[traduzioni: Filippo Maria SACCA']



Gaio Valerio Catullo Carmen 29

Quis hoc potest videre, quis potest pati,
nisi impudicus et vorax et aleo,
Mamurram habere quod Comata Gallia
habebat ante et ultima Britannia?
Cinaede Romule, haec videbis et feres?
Et ille nunc superbus et superfluens
perambulabit omnium cubilia,
ut albulus columbus aut Adoneus?
Cinaede Romule, haec videbis et feres?
Es impudicus et vorax et aleo.
Eone nomine, imperator unice,
fuisti in ultima occidentis insula,
ut ista vostra diffututa mentula
ducenties comesset aut trecenties?
Quid est alid sinistra liberalitas?
Parum expatravit an parum elluatus est?
Paterna prima lancinata sunt bona;
secunda praeda Pontica, inde tertia
Hibera, quam scit amnis aurifer Tagus.
Et hunc timentque Galliae et Britanniae.
Quid hunc malum fovetis? aut quid hic potest,
nisi uncta devorare patrimonia?
Eone nomine, urbis o putissimei
socer generque, perdidistis omnia?


Chi mai può veder questo, chi può sopportare,
se non un ingordo mentitore senza vergogna,
che Mamurra possa avere ciò che prima fu
della Gallia transalpina e della lontanissima Britannia?
Tu, Romolo bocchinaro, vedi tutto questo e lo sopporti?
E quello ora arrogante e con noncuranza
passerà da un letto all'altro,
quasi fosse una bianca colomba o un Adone?
Tu, Romolo bocchinaro, vedi tutto questo e lo sopporti?
Sei un ingordo mentitore senza vergogna.
E in suo nome, unico comandante,
ti recasti nella più lontana isola d'occidente,
perché questo tuo cazzone sfranto dalla lussuria
potesse divorare duecento o trecento milioni (di sesterzi)?
come altro può esser chiamata questa indecente generosità?
non hai ancora fatto e dilapidato abbastanza?
Dapprima distruggesti l'onesta fortuna paterna;
poi il bottino dell'Asia, e per terzo
quello Iberico, come le rive aurifere del Tago dimostrano.
Ed ora terrorizzi la Gallia e la Britannia.
Chi può tollerare questo schifo? O chi può far questo
se non un viscido divoratore di patrimoni?
È in suo nome che voi, suocero e genero padroni
di Roma, distruggeste il mondo intero?


aleo, aleonis: giocatore d'azzardo, biscazziere.
Mamurra fu il praefectus fabrum di Cesare nella guerra Gallica. Dilapidate le ricchezze paterne, prese a raccogliere dai paesi conquistati immense ricchezze lecitamente ed illecitamente.
Catullo attacca non solo Mamurra ma anche Cesare e Pompeo che a Mamurra consentivano i suoi eccessi.
Adon, is: Figlio di Cinira Re di Cipro e di Metarme, amato da Venere per la sua straordinaria bellezza, fu sbranato da un cinghiale mandato da Marte geloso, mutato in un fiore, Adonium, da Venere; è l'immagine della natura che muore e risorge a nuova vita.
Cinaede Romule: si riferisce a Cesare, unico comandante in capo (imperator unice), ingordo mentitore senza vergogna (impudicus et vorax et aleo) suocero di Pompeo.
Diffututus, a, um: (dis + futuo); sfinito dalle scopate, stracco, reso esausto dalla esagerata attività sessuale.
Suocero e genero padroni di Roma sono Cesare e Pompeo, in quanto Pompeo sposò Giulia, la figlia di Cesare, che morì nel 54 a.C..
I fatti descritti portano a datare il carme a dopo la prima spedizione di Cesare nelle Britannia nell'estate del 55 a.C.; questo porterebbe a pensare che Catullo sia morto nel 55-54 e non nel 57; non è nota la causa della sua morte.




Gaius Valerius Catullus, Carmen 38

Malest, Cornifici, tuo Catullo,
malest, me hercule, et laboriose,
et magis magis in dies et horas.
Quem tu, quod minimum facillimumque est,
qua solatus es allocutione?
Irascor tibi. Sic meos amores?
Paulum quid lubet allocutionis,
maestius lacrimis Simonideis.


Il tuo Catullo sta così male, Cornificio,
e soffre, oh Ercole mio che non conosci fatica,
sempre più, ogni giorno, ogni ora di più.
Con quali parole, che anche fossero le più insignificanti
e le meno faticose da esprimere, tu lo hai confortato?
Sono arrabbiato con te. Così corrispondi i miei affetti?
Poche insignificanti parole che possano essere amabili,
più tristi delle dolenti lacrime di Simònide.


1] Cornificio: è un poeta appartenente alla scuola poetica dei neoteroi, la stessa cui apparteneva Catullo; della sua morte nel 41 a.C., mentre era al seguito di Bruto, parla San Girolamo.
6] Sic meos amores?: In questo modo tu (ricompensi) i miei affetti?
8] Simonideis: Simonide di Ceo era un poeta greeco del VI - V sec. a.C. famoso per la tristezza e il fatalismo pagano espressi nei suoi epigrammi funebri.




Gaio Valerio Catullo Carmen 52

Quid est, Catulle? quid moraris emori?
Sella in curuli struma Nonius sedet,
per consulatum perierat Vatinius:
quid est, Catulle? quid moraris emori?


Ma cosa vuoi, Catullo? che aspetti a morire?
lo scrofoloso Nonio si sistema sulla sedia di magistrato,
Vatinio spergiura per (ottenere) un consolato:
Cosa vuoi, Catullo? che aspetti dunque a morire?


Nonio e Vatinio erano due personaggi politici controllati da Cesare.
quid est?: quale è il problema?
Struma, ae: rigonfiamento scrofoloso e suppurazione delle ghiandole linfatiche, specialmente del collo; rigonfiamento purulento dei linfonodi del collo, dovuto a malattie infettive di origine tubercolare; bubbone.
Perierat: sincope da periverat: ebbe a rovinarsi.




Gaio Valerio Catullo Carmen 93

Nil nimium studeo, Caesar, tibi velle placere,
nec scire utrum sis albus an ater homo.


Non m'importa un granché, Cesare, di cercare di compiacerti,
né di sapere se tu sia bianco piuttosto che nero.


albus: bianco, pallido; ma anche luminoso, splendido, glorioso.
ater: nero, scuro; ma anche sordido, squallido, orribile, oscuro, maligno.
utrum sis albus an ater homo: il verso è tutto basato sull'equivoco del significato che si può attribuire ad albus e ad ater; Catullo non dice solo: se tu sia un uomo bianco o nero, ma anche: se tu sia splendido od un uomo squallido.



Epigrammaton Liber I carmen 32

Non amo te, Sabidi, nec possum dicere quare:
hoc tantum possum dicere: non amo te.


Non mi piaci, Sabidio, e non posso dire perché:
questo solo posso dire: non mi piaci.



Epigrammaton Liber V carmen 66

Saepe salutatus numquam prior ipse salutas:
sic eris 'Aeternum', Pontiliane, 'vale'.


Di solito ti saluto ma tu mai una volta che mi salutassi per primo:
Così, Pontiliano, il mio prossimo saluto sarà 'Per sempre addio'.


Aeternum vale: per sempre addio; una formula usata spesso negli epitaffi;




Plauto - Fragmenta: Boeotia - da Aulo Gellio in Noctes Atticae III.3.5

III.3.5
ut illum di perdant, primus qui horas repperit, quique adeo primus statuit hic solarium! qui mihi conminuit misero articulatim diem.
Nam [unum] me puero venter erat solarium, multo omnium istorum optimum et verissimum: ubi is te monebat, esses, nisi cum nihil erat.
Nunc etiam quod est, non estur, nisi Soli libet; itaque adeo iam oppletum oppidum est solariis, maior pars populi aridi reptant fame.



Maledette le ore e chi le inventò

Che gli dei possano fulminare quello che per primo inventò le ore, ed anche quel maledetto che posizionò questa meridiana! Che con questa ossessione ha mandato in pezzetti la mia giornata di povero cristo.
Giacché quand'ero bambino lo stomaco era il solo orologio assai più equo e giusto di tutte queste diavolerie moderne: ovunque tu andassi lui t'avvisava, ch'era l'ora di mangiare, anche se non c'era nulla da mangiare.
Adesso, anche quando hai fame, non si mangia, se non lo dice il sole; con tutte queste meridiane in giro per la città, la maggior parte del popolo striscia rinsecchito dalla fame.


Le meridiane dettavano l'ora precisa in cui mangiare, così anche se si aveva fame si doveva aspettare l'ora giusta... maledette meridiane; Plauto visse tra 250 a.C. e 184 a.C.;
Per primo pose un orologio solare (horologium solarium) in Roma Lucio Papirio Cursore (L. Papirius Cursor) an. U. C. CCCCLXII (291 a.C.); questo non funzionava quando il cielo era nuvoloso; il primo che divise in ore il giorno e la notte con un orologio ad acqua fu Scipione Nasica (Scipio Nasica), an. DXCV, ante Christum CLIX (159 a.C.) e lo chiamò orologio a clessidra (horologium clepsydram);





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8 dicembre 2013