Il Parco Archeologico Regionale dell’Appia Antica



Il Parco Archeologico Urbano dell’Appia Antica è un’area protetta di circa 3500 ettari creata nel 1988 e successivamente ampliata a più riprese ed ancora in via di ampliamento e include la vasta zona archeologica nella zona sud orientale di Roma.

Il parco comprende:

Il Parco dell'Appia Antica

il Parco si sviluppa per 16 chilometri lungo la via consolare a partire dalla Porta San Sebastiano (Porta Appia) interessando i comuni di Roma, Marino e Ciampino ed è denso di importanti siti archeologici, innanzitutto romani e cristiani ma anche medioevali e barocchi, quali le Catacombe di San Sebastiano, di Domitilla e di San Callisto, la cappella seicentesca del Domine Quo Vadis, la tomba di Cecilia Metella, la tomba di Geta, la villa dei Quintili; la sua peculiarità è che l'intera area è rimasta indenne dalla speculazione edilizia e dalla distesa di asfalto e cemento ed offre suggestivi scorci paesaggistici ed una interessante diversificazione faunistica mantenutasi nel corso dei secoli; considerando gli altri parchi che realizzano il complessivo Parco dell'Appia Antica e considerando anche la presenza del Parco degli Scipioni, del parco Egerio e del Parco di Porta tra porta Capena e Porta San Sebastiano e poi la Passeggiata archeologica e le Terme di Caracalla, si ha una unica zona archeologica quasi ininterrotta mantenuta a parco che partendo dal Circo Massimo e dall'area del Palatino e del parco del Ninfeo di Nerone su colle Oppio arriva sin fuori del Comune di Roma, nella campagna romana.

Successivamente alla caduta dell'mpero la via Appia cadde in disuso e venne molto danneggiata nel corso dei secoli; con Papa Pio VI Braschi venne riaperta al traffico intorno alla metà del XIX secolo.
Grazie agli sforzi di archeologi ed appassionati quali Nibby, Pirro Ligorio e Canina venne preservata e al Canina si deve l'impianto dei pini che oggi caratterizzano la via; vennero costruite bellissime ville e assunse da subito un tratto signorile.
La prima parte della via all'interno del Parco, da Porta San Sebastiano fino a circa la tomba di Cecilia Metella è per molta parte proprietà privata ed è anche percorsa da un intenso traffico automobilistico.

Cappella di Reginald Pole
Cappella di Reginald Pole

La cappella circolare di Reginald Pole, al bivio tra Appia Antica e via della Caffarella, poco prima del II miglio dell'Appia.
La cappella presenta due porte, oggi murate con blocchi di tufo, con stipiti ed architravi in travertino, laterizio giallo utilizzato per i 4 occhi circolari e per le 8 finte colonne con basamenti e capitelli corinzi in peperino, un gradino di basamento (crepidine) sempre in peperino e volta a cupola cuspidata coperta da tegole e coppi.
Costruita nel 1539 è un ex-voto del Cardinale Inglese Reginald Pole per essere sfuggito in quel luogo ad un agguato degli uomini di Enrico VIII dopo che il Cardinale si schierò col Papa Paolo III e contro la nuova Chiesa Anglicana promossa dal Sovrano inglese.




Il circo di Massenzio

Il circo venne edificato nel 311 d.C. sotto Massenzio come circo della sua villa ed era capace di circa 10.000 spettatori.
Le sue dimensioni sono di 520 X 92 metri; dal lato di fondo aveva una curva mentre dal lato di partenza erano le due torri che delimitavano la linea dei carceres, le postazioni da cui partivano i carri coi cavalli.
Massenzio morì l'anno dopo la costruzione e gli succedette Costantino; probabilmente il circo non fu mai usato.
Nella spina centrale, attorno a cui giravano i carri era l'obelisco che poi il Bernini trasferì in epoca barocca sulla fontana dei quattro fiumi a P.zza Navona.
Le torri sono realizzate in opera listata, alternando una fila di grossi tufelli ad una fila di sottili mattoni.

Il circo di Massenzio

Circo dell'Imperatore Massenzio, risalente al 311 d.C., visto dalla via Appia; al centro le torri che delimitavano la linea dei carceres e sulla sinistra le mura del Mausoleo di Romolo figlio di Massenzio morto ancora giovane nel 307 d.C..


Tomba di Cecilia Metella

via Appia Antica 161
Il mausoleo di Cecilia Metella è una bella tomba a tumulo risalente a circa il 30 - 20 a.C. ed è fra i monumenti più rappresentativi dell'intero parco.
Quando la porta principale del Castello venne chiusa, il Canina, che si occupò del primo restauro del monumento, vi murò i resti marmorei di fregi, statue ed epigrafi così come li vediamo oggi.
Sorge sul lato sinistro dell'Appia Antica al limite di dove terminò la colata lavica del vulcano dei colli Albani risalente a 270 - 290 mila anni fà; questa località è nota come "capo di bove", così chiamata dal popolo a causa dei fregi presenti sulla tomba di Cecilia Metella.

Dettaglio dei fregi della tomba di Cecilia Metella (bucrani)

Dettaglio dei fregi in marmo pentelico composti da abbellimenti floreali alternati a capi di bove (crani di bue) (bucrani) e appena sopra il titulus alcuni trofei d'armi che rammentavano al viandante le imprese belliche della famiglia.
In particolare si nota un capo di bove ed un tratto di fregio floreale o molto ben conservato o ricostruito in epoca moderna; sul bordo inferiore di tale piccolo tratto di fregio è presente una scritta (moderna) che non ho potuto decifrare.
Si notano anche gli anelli in pietra murati agli estremi delle meralture medioevali; erano utilizzati come cardini per degli sportelloni di legno che rimanevano appesi tra un merlo e l'altro con la possibilità di oscillare verso l'esterno consentendo così ai difensori di utilizzare le loro armi da uno spiraglio ridotto al minimo fornendogli al contempo una protezione da frecce e dardi .

Il monumento è realizzato con un basamento a pianta quadrata (podio) alto sei - otto metri di cui si erano già persi i rivestimenti nel 1300 e ne rimane quindi visibile il solo nucleo cementizio; il podio è sormontato da una torre circolare di poco meno di 30 metri di diametro per 11 metri di altezza in opera cementizia con rivestimento in travertini conservati quasi integralmente; sopra la torre era un piccolo tumulo conico quasi simbolico la cui terra venne probabilmente rimossa in occasione della trasformazione in torre medioevale.

Dal lato della via consolare, appena sotto i fregi della torre circolare romana, è esposta la epigrafe in marmo pentelico del Titulus in cui si può leggere:

«CAECILIAE
Q·CRETICI·F
METELLAE CRASSI»

che si traduce in

“A Cecilia Metella , figlia di Quinto Cretico, (moglie) di Crasso”

Castrum Caetani dettaglio finestre

Le due belle bifore trilobate in marmo del Castrum Caetani riprodotte partendo da una originale e collocate nei vani delle finestre, rimasti privi di cornici, durante i lavori di restauro condotti dal Muñoz tra il 1909 ed il 1913.

Nel 1303 la tomba e i terreni circostanti (tenuta capitisbovis) entrarono in possesso del papa Bonifacio VIII Benedetto Caetani che ne affidò la proprietà al nipote Pietro Caetani; qui la potente famiglia realizzò il Castrum Caetani, una piccola cittadella fortificata con il palazzo signorile realizzato in blocchetti di peperino addossato al tumulo romano che divenne la principale torre difensiva.
Ai primi del XIV secolo risale anche San Nicola, la chiesa gotica a navata unica e finestre monofore trilobate della cittadella, posizionata dinnanzi al castello dal lato opposto della strada.
È ancora in parte esistente anche il muro che proteggeva le abitazioni di servi e contadini che vivevano nella cittadella ed otto delle torrette difensive aperte verso l'interno del recinto; la recinzione racchiudeva un tratto della via Appia lungo quasi 250 metri per una larghezza di circa 100 metri; parte delle fortificazioni del Castrum erano forse già presenti prima dell'arrivo dei Caetani.
Nel corso dei successivi secoli venne acquisito da diverse altre famiglie (Savelli, Orsini) e rimanendo sempre abitato e difeso i travertini sono rimasti al loro posto.

Tumulo di Cecilia Metella

La tomba di Cecilia Metella e sulla destra il Castrum Caetani risalente al XIV secolo

dal V al VI miglio

Da via Erode Attico, circa 200 passi prima del V miglio, a via di Casal Rotondo, circa 200 passi oltre il VI miglio (almeno secondo i miei personalissimi calcoli).
È un tratto monumentale caratterizzato dalla presenza di ampie tenute che consentono in molti punti un'ampia visuale panoramica; le alte mura di recinzione delle ville private sono poche rispetto ad altri tratti della via e lungo i due lati della strada sono disposti i muretti a secco in selce ricavata dalla antica via, smantellata sin nelle fondamenta e ora interamente lastricata in sanpietrini ad eccezione di pochi brevi tratti dove sono i blocchi della via antica, spesso ripristinati.
Il materiale più utilizzato per l'opera cementizia delle tombe sono le scaglie di selce
I monumenti più rilevanti sono la villa dei Quintili, i tumuli degli Orazi e quello dei Curiazi, Casal Rotondo, il monumento piramidale, il sepolcro ottagonale.
Statua
Cominciando a percorrere questo tratto di via, subito sulla sinistra si incontra la statua, resa acefala e monca, di un togato la cui altezza (con ancora la testa sulle spalle) è di circa 170 centimetri.
statua acefala di un togato

Statua marmorea di un togato.

Sepolcro a torre di Baricha, Zabda e Achiba
Sulla destra della via tra i resti cementizi di alcuni monumenti funerari svetta l'alto nucleo cementizio di un sepolcro a pilastro, davanti al quale è stato posta la lastra di marmo ornata da una semplice modanatura e riportante l'iscrizione funebre, in bei caratteri, che ricorda Baricha, Zabda e Achiba, tre schiavi ebrei liberati da un Lucio della famiglia dei Valerii.
L'iscrizione funeraria recita:

“L VALERIUS L L BARICHA
L VALERIUS L L ZABDA
L VALERIUS L L ACHIBA“

Lucio Valerio Baricha, liberto di Lucio
Lucio Valerio Zabda, liberto di Lucio
Lucio Valerio Achiba, liberto di Lucio
il cd primo monumento laterizio
Sulla sinistra della via si trova un tempietto in laterizi bicromi risalente al II secolo d.C.; la facciata attuale con i numerosi inserti marmorei fu fatta realizzare da Canina nell'ottocento e devastata dai cacciatori di marmi in epoca recente; la quasi totalità dei reperti di marmo sono stati infatti trafugati ed oggi sostituiti con altri inserti.
tempietto laterizio

il cosiddetto Primo Monumento Laterizio

il cd secondo monumento laterizio
accanto al primo ma arretrato di una decina di metri rispetto alla strada è un sepolcro a camera su podio, trasformato in epoca medioevale in torretta di avvistamento.
il mausoleo circolare
A poca distanza sulla destra della via si trova un mausoleo analogo ma in piccolo al mausoleo di Metella, con base parallelepipeda a cui si sovrappone una muratura cilindrica, completamente privo dell'originario rivestimento; per l'opera cementizia furono impiegate schegge di selce; anche il podio di questo sepolcro fu riutilizzato nel medioevo come base per una torretta di avvistamento a pianta quadrata di cui restano ancora alcune strutture in opera listata di chiara fattura medioevale; la struttura cilindrica, utilizzata come prima camera della torre, fu evidentemente rivestita in diverse epoche successive a quella romana.
mausoleo

il mausoleo circolare

Fossa Cluilia
Tra il mausoleo circolare ed il tumulo dei Curiazi la via appia presenta una lieve gobba sulla sinistra discostandosi dal suo asse di circa 10 metri a rispetto di un antico luogo sacro; in questo luogo probabilmente cadeva il confine tra Roma ed Alba Longa; la Fossa Cluilia era il fossato realizzato a difesa dell'accampamento degli albani comandati da Cluilio e pronti alla guerra coi fratelli romani, ai tempi del re di Roma Tullo Ostilio (Tito Livio - Ab Urbe Condita Liber I.23); nel campo che si affaccia su questa gobba sono visibili (in inverno) tracce di un fossato, che alcuni pensano possa essere la fossa Cluilia.
Tumulo dei Curiazi
Sulla destra della via si trova uno, l'unico noto, dei tre tumuli dei Curiazi; la torretta che svetta dal tumulo terragno è originale della tomba e dà sulla camera funeraria; la terra arrivava in realtà a coprirla interamente.
Sepolcro a Piramide
Sulla sinistra della via si trova il nucleo cementizio di una enorme struttura monumentale a forma piramidale alta forse 20 metri.
sepolcro piramidale

L'imponente sepolcro a piramide; in basso l'opera cementizia è scavata, a realizzare una sorta di fungo; questa parte era forse interamente riempita da travertini poi asportati; sul primo livello si intravedono nel cementizio numerose edicole, che contenevano probabilmente delle statue; più in alto una struttura piramidale a gradoni.

Tumuli degli Orazi
Sulla destra si trovano affiancati i due tumuli degli orazi; sono restate alcune parti della decorazione esterna, in peperino, e tracce di travertini.
I tumuli verranno indagati da una equipe archeologica olandese che ha ottenuto l'autorizzazione dalla sovrintendenza; sarà la prima indagine archeologia di questi importanti monumenti, dopo quella svolta da Canina 150 anni fa.
Villa dei Quintili
Sulla sinistra il ninfeo posto all'ingresso della villa dei Quintili.
La villa dei Quintili risale alla prima metà del II secolo d.C. ed era proprietà dei due fratelli Quintili, consoli nel 151 d.C.; uomini influenti sotto Antonino Pio e Marco Aurelio, l'imperatore Commodo li fece uccidere nel 182-183 appropriandosi dei loro beni.
La villa rimase in uso nelle disponibilità degli Imperatori sino a tutto il III secolo; ancora parzialmente in uso nel VI secolo (bolli laterizi risalenti all'epoca di Teodorico.
il ninfeo della villa dei Quintili

Il ninfeo posto all'ingresso della villa dei Quintili come appare dalla via Appia; le mura originarie erano realizzate in opera listata alternando file di mattoni a file di tufelli.

Sepolcro ottagonale
Sulla destra e di fronte al ninfeo dei Quintili, lievemente arretrato dalla strada, si trovano i resti di un sepolcro monumentale a torre, costituito da una base parallelepida su cui si innesta una bella struttura ottagonale in opera mista con cubilia in selce; all'interno è una colonna in opera reticolata di selce attorno a cui sale una scaletta a chiocciola che portava alla sommità di questa torretta, ove forse originariamente erano un terrazzino belvedere ed una statua.
Sepolcro a torre
Sulla sinistra della via si trova un sepolcro definito a torre, in opera cementizia di selce; contiene un vano con copertura a volta lievemente rialzato dal terreno, probabilmente la camera funeraria; la foderatura della camera in opera quadrata pare essere in arenaria.
sepolcro a torre

il sepolcro a torre; l'arco sembrerebbe in blocchi di arenaria, materiale abbastanza atipico in Roma; a guardarlo è simile al peperino, ma non mi pare si tratti di questa durissima pietra; tuttavia potrei sbagliarmi.

bassorilievo

poco oltre il sepolcro a torre sulla sinistra della via è presente un bel bassorilievo in marmo raffigurante parte di un candelabro.

Sepolcro della statua
Sulla sinistra dinanzi ai resti cementizi di un monumento funebre si trova una statua in marmo bianco raffigurante un uomo in toga con la testa mozzata .
statua acefala di un togato

La statua che caratterizza il rudere del cosiddetto "sepolcro della statua".

Edificio termale
Sulla destra della via i resti in laterizio di bagni termali facenti parte di una stazione di posta.
Casal Rotondo
Sulla sinistra il tumulo di Casal Rotondo, originariamente interamente rivestito in travertino, di cui restano alcuni blocchi;
Subito prima del tumulo il Canina fece realizzare una alta muratura laterizia in cui cementò alcuni notevoli resti marmorei da lui attribuiti ad una sorta di torretta posta alla sommità del tumulo, se pure oggi si tenda a ritenere che questi resti appartenessero ad un altro monumento, sempre cilindrico ma più piccolo del mausoleo di Casal Rotondo.
Sopra il tumulo fu realizzata nel medioevo una struttura di proprietà dei Savelli, su cui venne poi adattata una abitazione privata.
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Pagina modificata il
27 Aprile 2010