Datazione dell'opera cementizia e delle varie opus romane

È possibile determinare il periodo di realizzazione del calcestruzzo romano e delle altre opus tramite semplice analisi visiva:

Augustus [27 a.C. − 14 d.C.]

Nel periodo di Augusto l'opus caementicium era piuttosto uniforme, e la caementa era realizzata tanto nelle mura quanto nelle fondamenta con tufo rosso ed una minima parte di tufo giallastro più leggero tipico del periodo repubblicano precedente; occasionalmente si poteva utilizzare cappellaccio, travertino e peperino, mentre non si ritrova mai selce se non lungo la via Appia, dove è pietra locale, marmo e mattoni.
I blocchi di caementa nelle fondazioni e nei podii sono piuttosto grossi e disposti caoticamente, mentre nella muratura sono di media grandezza e arrangiati su file piuttosto irregolari. Il cappellaccio od altri tufi poveri potevano essere utilizzati nel caso si fossero resi disponibili dalla distruzione di precedenti monumenti situati sul luogo.
La malta sotto Augusto, Tiberio e Caligola era rosso scura, di miglior qualità che nel periodo repubblicano, ma non dura come quella del II secolo d.C..
Non si usava sabbia ma solo pozzolana rossa o rosso-marrone, mescolata occasionalmente a pozzolana grigia. Era tuttavia più terrosa che non la pozzolana rossa utilizzata sotto Traiano ed Adriano.
La calce era più abbondante che nel periodo repubblicano e di ottima qualità.
Oltre all'opus testaceum era ancora utilizzata l'opus reticulatum, con tessere di lati tra 6 e 10 centimetri solitamente in tufo rosso od anche giallo; occasionalmente, fuori Roma, era ancora utilizzata l'opus incertum.
L'opera testacea inizialmente era realizzata con tegole (Tegulae), originariamente utilizzate per le coperture dei tetti e quindi flangiate, rotte opportunamente; tali tegole venivano strettamente connesse in corsi piuttosto irregolari e rimanevano di forma trapezoidale ma non triangolare. La parte in vista era segata uniformemente mentre le parti interne erano rotte in modo rozzo. Lo spessore della tegula variava approssimativamente tra 3,5 e 4,5 centimetri, la lunghezza tra 20 e 35 centimetri. Le tegole erano ben cotte arrivando alla durezza della pietra ed erano ben attaccate con malta molto fine e di miglior qualità di quella utilizzata all'interno della muratura, lasciando uno spazio tra i mattoni di 0,5 - 1 centimetri, arrivando talvolta a 1,5 cm.; la fuga verticale è di 0,6 - 0,7 centimetri. Il loro colore varia dal rosso-magenta scuro al rosso-magenta chiaro e talvolta sul giallo.
Ricapitolando l'opera cementizia sotto Augusto è caratterizzata da:
malta color rosso scuro; utilizzo di tufo rosso per la caementa nelle fondazioni e nelle mura; l'opera testacea è caratterizzata dall'uso di tegole rotte.

Tiberius [14 d.C. − 37 d.C.]

Successivamente ad Augusto vi fu un quarto di secolo di quasi inattività costruttiva; al periodo di Tiberio risalgono i Castra Praetoria e la Domus Tiberiana sul Palatino, oltre alla costruzione del Tempio di Augusto ed al restauro del teatro di Pompeo.
Non vi furono grossi cambiamenti nei materiali costruttivi; nella caementa si utilizza tufo rosso, ed ora anche selce, oltre a peperino e travertino; non si utilizza marmo o mattoni. La malta e l'opera testacea restano quelle usate sotto Augusto.
Ancora era utilizzata nelle murature opera reticolata (Castra Praetoria e Domus Tiberiana); l'opera quadrata è usata raramente ed unitamente all'utilizzo dell'opera cementizia e di altre opus.


Caligula [37 d.C. − 41 d.C.]

Praticamente nulla resta del tempo di Caligola.
Ancora si utilizzava opus caementicium con reticulatum e testaceum con tipologia analoga ai tempi di Augusto e Tiberio.
Le fughe tra i mattoni sono orizzontalmente lievemente aumentate a 1 - 1,5 cm.

Claudius [41 d.C. − 54 d.C.]

Nel periodo di Claudio non si hanno molte realizzazioni ma quelle eseguite sono caratterizzate da notevoli capacità tecniche; in particolare si ricordano gli acquedotti Claudio ed Anio Novus.
L'opus caementicium non subisce grosse modifiche e ancora si utilizza l'opus quadratum sebbene più raramente.
La caementa utilizzata per l'acqua Claudia è selce nelle fondamenta, utilizzando anche tufo giallo e tufo rosso. La caementa dello speco dell'Anio Novus era in peperino o tufo. L'opera quadrata della Claudia è quasi interamente in peperino.
Sempre riferendosi all'Anio Novus la malta varia con la località; generalmente è di colore grigio rossastro; la pozzolana grigio rossastra piuttosto terrosa in cui era spesso mescolata una certa quantità di sabbia grezza.
La calce era di media qualità e solitamente in scarsa quantità.
Si utilizzava opus reticulatum con cubilia di 7 - 7,5 cm in tufo grigio giallastro o rosso chiaro proveniente dalle immediate vicinanze.
Per l'opus testaceum viene abbandonato l'uso delle tegole rotte e si introdussero mattoni triangolari ottenuti segando le più ampie Tegulae bipedales utilizzate per la pavimentazione; sono probabilmente le stesse che Vitruvio chiama Laterculi bessales (Vitruvio V, X, 2) che misurano 19 - 22 cm; in Roma tali mattoni erano segati sulla diagonale ottenendo due mattoni triangolari; altrove, come in Sicilia e a Pompei, i mattoni venivano segati con due diagonali ottenendo 4 mattoncini triangolari.
È tuttavia ancora possibile trovare mattoni ottenuti da tegole rotte.
Lo spessore era solitamente tra 3,8 e 4,2 cm, la lunghezza tra 17 e 27 cm ed erano di grana media e ben cotti, di colore tra giallastro e rossastro. Le fughe orizzontali misurano 1,5 - 2 cm e quelle verticali poco più di 1 cm.
Ricapitolando nel periodo di Claudio il colore della malta tende ad essere più grigiastro; vengono utilizzati mattoni triangolari segati; la loro dimensione e qualità li distingue dai periodi successivi; si utilizza ancora l'opus reticulatum.

Nero [54 d.C. − 68 d.C.]

Nel periodo iniziale del suo regno Nerone realizzò magnifici monumenti in Campo Marzioe poi alla Domus aurea, dove unì i palazzi imperiali del Palatino con i Giardini di Mecenate all'Esquilino.
Successivamente all'incendio del 64 d.C. si può dire cominci il secondo grande periodo di costruzioni dell'impero di Roma. Nerone al fine di evitare i disastri di altri incendi rivoluzionò l'assetto della città ed anche il tipo di costruzione dei nuovi edifici, impiegando grosse somme di denaro e nuove regole per la costruzione degli edifici (Tacito - Annales XV, 43).
Introdusse un nuovo piano regolatore di Roma; realizzò strade molto più ampie e rettilinee che non in precedenza ed ampie piazze; realizzò l'isolamento delle costruzioni tramite l'introduzione di colonnati e portici sui fronti dei palazzi.
Furono introdotti anche dei cambiamenti nell'utilizzo dei materiali:
Venne adottato in gran quantità il peperino, che è una pietra resistente al fuoco (assieme alla pietra gabina), in ispecie per le mura in opus quadratum.
Venne generalizzato l'uso di mattoni triangolari, abbandonando i mattoni ottenuti da tegole segate ed abbandonando l'opus reticulatum, tecnica troppo dispendiosa.
Pochi sono i resti di opus in peperino, mentre moltissimi sono i resti in opus testaceum.
La caementa nel periodo di Nerone proviene quasi interamente dal riutilizzo dei monumenti distrutti dal fuoco del 64; il travertino fu utilizzato in grande abbondanza nelle fondazioni, unitamente con una minor quantità di tufo giallo, rosso e selce; tuttavia in alcuni punti della Domus Aurea la caementa è interamente in selce; si possono ritrovare talvolta pezzi di marmo carbonizzato e mattoni.
Nelle mura la caementa è quasi composta da tegole rotte e mattoni disposte su file irregolari.
Nelle volte la caementa è composta da tufo grigio giallastro.
La malta è grigio scura o grigio rossastra piuttosto grezza e friabile.
La pozzolana è di scarsa qualità e lievemente terrosa di colore prevalentemente grigio scuro, con una piccola aggiunta di colore rosso, marrone rossastra e bianca.
La calce era di scarsa qualità e mescolata in scarsa quantità.
L'opus testaceum era tutta in mattoni triangolari, di spessore tra 3,9 e 4,5 cm.La lunghezza tra 25 e 28 cm, mai oltre i 30 cm.
Si possono trovare tuttavia, specie nella domus Aurea, mattoni rotti di scarsa qualità realizzati con un impasto omogeneo di argilla e pozzolana grezza mal mescolati e pieni di buchi ma ben cotti.
La fuga orizzontale misura normalmente tra 1,5 e 2 cm coi mattoni in pendenza; la fuga verticale, piuttosto irregolare, tra 0,5 ed 1,5 cm.
I principali resti di opus caementicium del periodo di Nerone si trovano negli Arcus Neroniani, le Sette Sale e la Domus Aurea, le terme di Nero, resti sulla Velia (?).
Ricapitolando nel periodo di Nero l'opus Caementicium è caratterizzato dal colore grigio scuro della malta; dalla elevata porosità ed eterogeneità dei mattoni oltre che dalle loro dimensioni.

Vespasianus [69 d.C. − 79 d.C.]

Con Vespasiano cominciò il periodo dei Flavi, un periodo di conservazione e razionalizzazione delle opere realizzate in precedenza in tutto l'Impero; si prese a ricostruire la città ancora parzialmente sommersa dalle rovine dell'incendio e a realizzare quelle opere di pubblica utilità che Nerone trascurò completamente.
Il periodo di Vespasiano fu caratterizzato non dall'utilizzo di nuove tecologie o di nuovi materiali, ma piuttosto si ebbe una intelligente e sapiente combinazione di quelle già esistenti al fine anche di ottenere un risparmio nelle spese pubbliche; le medesime costruzioni rimasero in uso per tutto il periodo dei Flavi.
Caratteristiche di tale periodo sono:
L'utilizzo preferenziale della selce per la caementa delle fondazioni e di grosse costruzioni; la selce è di media grandezza ed allettata nella malta in modo caotico .
La reintroduzione della pozzolana rossa, la migliore, in luogo di quella molto povera grigia del periodo neroniano.
L'adozione di mattoni trangolari più stretti e omogenei.
L'opera quadrata è utilizzata nei monumenti pubblici e solitamente in unione con opera cementizia e mattoni, e basti pensare al Colosseo; i restauri della Claudia vengono eseguiti in opus caementicium con mattoni triangolari.
L'opera cementizia sebbene non arrivi ancora alla perfezione dei periodi successivi è comunque di buona qualità.
Mentre nelle fondazioni come detto si utilizzava preferenzialemte la selce , nelle mura la caementa era realizzata prevalentemente con mattoni del periodo o di periodi precedenti dispsoti di piatto ed in alcuni casi anche su file ordinate; potevano esser utilizzate anche tegole flangiate ed occasionalmente anche altri vecchi materiali quali tufo e travertino.
Le volte sono realizzate utilzzando per caementa grossi blocchi di tufo giallo.
La malta appare bianco sporco o rossa con grana non fine come nel periodo successivo, ma piuttosto solita e tenace; la pozzolana era pulita dalla terra sebbene piuttosto grezza, di color rosso, ma anche talvolta rossiccia marrone e grigia.
I mattoni triangolari sono di spessore tra 3.7 e 4.2 cm; per il colosseo la media è 3.9 cm con deviazione di 0.1 cm; la loro lunghezza varia tra 20 e 30 cm.I mattoni sono molto più omogenei e regolari che quelli del periodo neroniano, di colore giallo rossastro o rosso giallastro, completamente esenti dalle venature e dalle chiazze che presentavano i mattoni dell'epoca precedente.
Sono ben cotti nei forni.
Lo spazio o fuga orizzontale è similmente al periodo neroniano tra 1.2 ed 1.7 cm ed attentamente posti in pendenza; lo spazio verticale è mediamente inferiore ad 1 cm.

I principali utilizzi dei mattoni si possono ricordare sono:
il restauro di acqua Claudia e Anio Novus nel 71 d.C.;
le strutture del colosseo costruite sopra alla struttura portante in archi di travertino ed alle strutture di raccordo tra i tre cerchi in travertino realizzate con archi in opera quadrata di tufo; quindi ad esempio le mura interne del pirmo e del secondo livello e di parte del terzo;
La cloaca di fronte al Colosseo.

L'opus caementicium di questo periodo si distingue da quella neroniana per:
colore della malta rosso o bianco sporco;
la larghezza e la qualità dei mattoni;
in tutto il periodo dei flavi si hanno tali caratteristiche, a parte che nel periodo di Domiziano si ebbe l'utilizzo di corsi di mattoni sporgenti.

Titus [ 79 d.C. − 81 d.C.]

Tito figlio di Vespsiano regnò soli due anni e non portò praticamente modifiche alle tecniche e materiali utilizzzati.

Restaurò ancora l'acquedotto Claudio ed anche l'acquedotto Marcio.
Realizzò due archi trionfali, uno al Circo Massimo e l'altro, ancora esistente, sulla Velia, un promontorio del Platino, in parte tagliato dalla via dei Fori Imperiali.
Realizzò lasciando incompiute le Terme di Tito, presso la Domus Aurea, e il tempio di Vespasiano con il Porticus Deourum Consentium.
Si registra un lieve peggioramento nelle qualità di realizzazione delle opere, dovuto ad una eccessiva frettolosità, di cui parla Marziale in liber Spectaculorum 2 ed anche Svetonio in Titus 7.
Utilizza per la caementa spesso vecchi materiali riciclati; ad esempio nel restauro della Marcia utilizzò tessere di opera reticolata in tufo giallo rimediate da ville repubblicane in rovina poste nelle vicinanze; la malta è meno tenace ed omogenea.
Le fughe tra i mattoni sono piuttosto disomogenee.

Domitianus [ 81 d.C. − 96 d.C.]

la città stava risorgendo lentamente e faticosamente dalle ceneri dell'incendio di Nerone e di nuovo nell'80 d.C. scoppiò un incendio, che distrusse anche altre parti della città salvatesi dall'incendio di Nerone.
Domiziano ebbe una grande passione per costruire e rinnovare e il suo periodo è stato uno dei più splendidi della Roma imperiale da questo punto di vista. Purtuttavia l'arte della costruzione non ebbe alcun miglioramento sotto il suo regno.
L'opera quadrata è ancora usata in unione con lopera cementizia, ma aumentano il numero di grandi edifici realizzati solo in cementizio e mattoni .
l'opus caementicium è analogo a quello del periodo di Vespasiano se pure nella caementa si nota un largo uso di mattoni triangolari rotti e di marmo.

La malta è analoga, talvolta nelle fondazioni risultando più grezza.
I mattoni hanno spessore tra 3.6 e 4.2 cm e larghezza tra 25 e 29 cm; i giunti di fuga orizzontali misurano tra 1.3 ed 1.8 cm; quelli verticali tra 0.5 ed 1.2.
Vengono introdotti dei corsi di mattoni posti di testa, ad entrare per unma maggior profondita nel muro, a intervalli regolari, comunemente ogni 16 - 18 corsi od ogni 28-30 corsi estesi attraverso tutta la larghezza del muro, realizzati con grossi bipedales di spessore 4.5 - 5 cm, color giallo chiari o giallo magenta.
I principali monumenti realizzati in cementizio sono:
il tempio di Augusto (prima del 90 d.C.)
il tempio di Vesta (favissa) nel 91
Le fondazioni dell'Equus Domitiani nel 91
la Domus Augustana prima del 92
l'ippodromo sul palatino 92
La meta Sudans nel 97
la parte lasciata incompiuta da Tito del tempio di Vespasiano
il portico Deourum Consentium, la parte superiore;
Lo stadio in Campo Marzio
Il restauro di acqua Claudia ed acqua Marcia
Caratteristica di tale periodo è l'uitlizzo dei corsi di mattoni in rilievo.
Si distingue dai periodi successivi per il colore della malta e pr l'uitlizzo dei mattoni triangolari.

Traianus [98 d.C. − 117 d.C.]

Sotto Traiano l'arte costruttiva romana giunse alla suo più alto e completosviluppo; è probabile che molto delle rifiniture e delle forme architettuarali di questo periodo siano dovute al genio di APollodoro di Damasco architetto Siriano di cultura Greca.
In epoca traianea, periodo comunque poco affine all'età Flavia, in cui si realizzarono monumenti robusti ma piuttosto grezzi, i monumenti realizzati non furono molti ma furono significativi.
Non fuono introdotte nuove techiche né nuovi materiali.
Piuttosto Apollodoro riutilzzò le migliori tecniche e materiali del periodo Flavio fondendole con materiali e metodi della prima età augustea. Gli aspetti più significativi nelle tecniche del periodo sono:
L'utilizzo dell'opus caementicium a tutte le classi di edifici inclusi gli acquedotti ed altre opere ingegneristiche monumentali; l'opus quadratum se pure ancora usato in talune situazioni venne definitivamente abbandonato per i punti di maggiore sforzo strutturale quali i muri esterni o gli acquedotti se pure rimase a volte utilizzato in altre parti di strutture monumentali.
Il notevole adattamento dei differenti materiali ed anche di differenti qualità dello stesso materiale in funzione del ruolo strutturale all'interno della costruzione.
La migliore tecnica realizzativa raggiunta dai romani; in particolare nella qualita della malta e nella regolarità e bellezza delle facciate in mattoni.
Il ritorno e l'uso estensivo dei mattoni traingolari ottenuti da tegole segate nelle facciate ed anche nelle parti decorative.

La caementa è in selce di media grandezza nelle fondamenta degli edifici, occasionalmente mista a travertini.
Nelle mura si utilizzavano mattoni rotti di ogni tipo, allettati in modo serrato ma su righe alquanto irregolari.
Per le volte pezzi di tufo giallo.
La malta è bianca oppure rossa, molto compatta e della durezza della pietra; l'arena è composta con pozzolana rossa con una aggiunta di particelle marroni rossastre e grige; è finemente setacciata, i granelli con spigoli vivi e totalmente liberi dalla presenza di terriccio ed è molto probabile che la pozzolana venisse lavata; la percentuale di calce è molto abbondante e decisamente bianca e pulita, seconda in candore solo a quella usata in epoca Adrianea.
Le facciate degli edifici sono in opus testaceum; talvolta sono mescolate ad opus reticulatum (opera mista); tecnica usata ad esempio per l'acqua Traiana e per la Naumachia.
I mattoni sono più stretti di quelli delle epoche precedenti; normalmente spessi tra 3.3 e 4.1 cm normalmente intorno a 3.7 cm; la lunghezza varia tra 20 e 33 cm. Hanno una granulosità molto fine, sono ben cotti avendo un suono metallico quando vengono colpiti; il colore è rosso magenta ma lievemente più chiaro dei precedenti mattoni. Un minor numero risulta giallo magenta o giallo chiaro.
La larghezza della fuga orizzontale tra i mattoni è di 0.7 - 1.5 cm; quella verticale di 0.5 - 0.8 cme sono attentamenti disposti inclinati.
In alcune costruzioni vengono disposti ancor più con attenzione, con fuga orizzontale di 0.3 - 0.7 cm e fuga verticale quasi invisibile.
Si registra la posa in opera di corsi di grossi mattoni bipedales posti di testa di colore chiaro, usati negli archi nel Foro di traiano; si vede meno tale tecnica in altri monumenti.

I principali monumenti in cui si usò opus caementicium sono:
Terme di Traiano
L'acqua Traiana nel 109-110 d.C.
Le terme di Sura
La fondazione dell'arco di Traiano
Le fondazioni e le mura dell'emiciclo del Foro di Traiano (112 - 114 d.C.)
Le fondamenta della basilica Ulpia (112 - 114)
la fondazione della colonna traiana (112 - 114)
La fondazione e una parte delle mura della bibliothecae (112 - 114)
Le mura di estensione alla parte est del Circo Massimo
La Naumachia
L'estensione dell'acqua Marcia all'Aventino (archi vicino porta Capena)
L'anfiteatro Castrense.

Ricapitolando le principali caratteristiche che distinguono l'opera cementizia di questo periodo sono:
malta bianco pulito o rossa molto dura e a grana fine
uso dei mattoni ottenuti segando le tegole.


Adrianus [ 117 d.C. − 138 d.C.]

I metodi costruttivi nel periodo di Adriano non si discostano molto da quelli utilizzati sotto Traiano; nei primi anni di Adriano imperatore si ricalcarono da vicino i metodi costruttivi traianei; negli ultimi anni invece si sentirono le influenze di metodi presenti in altri territori e quindi guadagnarono in originalità, ma persero la perfezione della tecnica, probabilmente risentendo anche del fatto che Apollodoro non era più presente attivamente come architetto a Roma.

L'opera quadrata anche in unione col cementizio era utilizzata molto raramente.
L'opa cementizia è estremamente uniforme, e questo si riscontra in tutto l'Impero, risentendo probabilmene dell'interesse di Adriano nella realizzazione di monumenti pubblici.
Le caementa delle fondazioni sono in selce; in alcune mura sul Palatino sono utilizzati pezzi di marmo e travertino rotti.
Nelle mura le caementa sono in laterizi disposti in modo serrato; le riscontrare l'uso dell'ous reticulatum in congiunzione (opera mista) ancora si possono rinvenire tratti in cui vengono usati marmo e travertini rotti, come nelle mura del portico della domus Augustana.
Per la caementa delle volte si utilizza il solito tufo giallo.
La malta è bianco puro oppure rossa, molto dura e a grana fine.
La pozzolana è con granelli a spigoli vivi, fine, molto pulita dal terriccio, probabilmente lavata; predomina il colore rosso, ma appare anche quella marrone rossastra e grigia.
Viene utilizzata ovunque l'opus testaceum; talvolta è possibile riscontrare l'uso dell'opus reticulatum in congiunzione con l'opus testaceum (opera mista).
Le dimensioni dei mattoni sono tra 3.3 e 4 cm in spessore, tipico 3.7 con deviazione 0.2; lunghezza tra 25 e 35 cm; colore e fattezze come nel periodo traianeo; le fughe orizzontali tra 1 e 1.6 cm; verticale tra 0.5 e 0.9 cm.
Nell'ultimo periodo si ricominciò ad utilizzare i mattoni triangolari; sono ad esempio riscontrabili nelle mura della domus Augustana ala Palatino, spessore 3.5 larghezza 25; ottenuti dai bessales di 20 - 22 cm di lato, omogenei, a texture fine, ben cotti, colore tra giallo rossiccio e rosso giallino, esenti dalle imperfezioni tipiche dell'era neroniana.

I monumeti realizza con opus caementicium in questo periodo sono:
fondazioni del tempio di Traiano (119 d.C.)
il Pantheon (126 d.C.)
le terme di Agrippa - le mura dietro al pantheon (126 o succcessivi anni)
la domus Augustana (135)
il mausoleo di Adriano (138)
La domus Cilonis
mura nel lato nord est del Palatino

La principale caratteristica che distingue questo periodo è l'utilizzo di corsi di mattono a sbalzo.

Antoninus Pius [138 d.C. − 161 d.C.]
Marcus Aurelius [161 d.C. − 180 d.C.]
Commodo [177 d.C. − 192 d.C.]

Per tutto il successivo periodo del principato adottivo, nell'epoca degli antonininon si costruirono molti monumenti pubblici; le costruzioni sono analoghe a quelle del periodo precedente, eccettuato l'uso dei corsi in rilievo tipici del tempo di Adriano.

Septimius Severus [193 d.C. − 211 d.C.]
Caracalla (Marcus Aurelius Antoninus [211 d.C. − 217 d.C.]
Severus Alexander [222 d.C. − 235 d.C.]

Durante l'epoca di Commodo a Roma scoppiarono altri due incendi fortemente distruttivi, e successivamente Settimio Severo e gli altri imperatori spesero molte risorse ed energie nella ricostruzione della città.
Le tecniche costruttive subirono tuttavia un declino qualitativo nei materiali e nei metodi.
L'opera quadrata è usata raramente e solo a fini decorativi, mai strutturali.
Si introduce l'uso dei bipedales nelle facciate delle mura.
Si utilizza per le caementa delle mura il tufo e per le caementa delle volte molta pietra pomice insieme a tufo giallo; la caementa delle fondazioni era in selce, ma anche travertini, marmi e tufi dei precedenti edifici distrutti dal fuoco del 191 d,C..
Compelessivamete la caementa appare in tutte le parti di dimensioni inferiori e disposta meno fittamente.
La malta è di qualità inferiore confrontata coi periodi precedenti; di colore chiaro e molto grezza con aspetto a chiazze. Il colore predominante è rosso, ma appaiono anche il marrone rossastro ed il grigio.
I mattoni sono realizzati tramite bipedales spezzati di forma approssimativamente di forma triangolare, con la sola parte in vista sulla diagonale segata.
L'altezza varia tra 2.3 e 3 cm; nella pate restaurata degli arcus Neroniani la media è 2.8 cm con deviazione di 0.26 cm; nell'ultimo periodo della dinastia severiana si usarono bipedales molto più grandi, con spessore tra 2.9 e 3.5 cm; la medda per le terme di Caracalla è 3.2 cm con deviazione 0.2 cm; e larghezza tra 25 e 33 cm.
Questi matoni sono simili alle tegole segate, ma la loro composizione è meno omogenea, più grezzi; risultano comunque ben cotti nel forno; il colore varia da magenta scuro per le tegolesegate a magenta giallino per gli altri.
La distanza tra due mattoni in orizzontale varia considerovelmente tra 0.4 e 2.5; aumenta quando diminuisce lo spessore del mattone; la distanza verticale varia tra 0.5 e 2 cm.
Filari di matoni posti di testa si riscontrano in tutti i monumenti.

Le principali opere monumentali realizzate usando l'opus caementicium in era Severiana sono:
Restauro arcus Neroniani (201)
Restauro di porzioni del Pantheon (202)
Il palazzo di Settimio Severo al Palatino - gli archi del belvedere e le stanze del piano superiore che danno sul Circo (203)
Restauro di porzioni dell'ippodromus sul Palatino (203
Le terme di Caracalla (216)
L'acqua Antoniniana - gli archi sul retro delle terme di Caracalla (212-213)
L'acqua Alexandrina (226)
Restauro di porzioni del Colosseo - le sostruzioni e parte dei piani superiori
acqua marcia vicino porta tiburtina

Le principali caratteristiche dell'opus caementicium di questo periodo sono:
Ridotte dimensioni della caementa in tutte le parti delle costruzioni.
Utilizzo della pomice nella caementa
Utilizzo di mattoni bipedales sulle facciate degli edifici
L'aumento dello strato di malta tra due mattoni, (misura della fuga orizzontale) al diminuire dello spessore dei mattoni stessi.








Gallienus [253 d.C. − 268 d.C.]

Aureliano [270 d.C. − 275 d.C.]

Non si hanno significativi cambiamenti rispetto al periodo precedente

Diocletianus Oriente [284 d.C. − 305 d.C.]
Massimianus Occidente [286 d.C. − 305 d.C.]
Maxentius Figlio di Massimianus, usurpatore [306 d.C. − 312 d.C.]

Ancora a Roma scoppiò un incendio nel 283 d.C.

Flavius Valerius Constantinus [306 d.C. − 337 d.C.]







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27 Marzo 2012